|
|
| Signore, questa esistenza io l’accetto, e l’accetto in speranza. Una speranza che tutto comprende e sopporta, una speranza che non so mai se la posseggo davvero. Una speranza che nasce al mio profondo, una speranza totale che non posso sostituire con angosce inconfessate e cose possedute. Questa speranza assoluta io me la riconosco e voglio averla: di essa devo rispondere come del compito più grande della mia vita. Io so, Signore, che essa non è un’utopia, ma viene da te, nasce da te e abbraccia tutto e tutto comprende come promessa che l’umanità arriverà alla pienezza di vita e ogni uomo potrà davvero non vergognarsi d’essere uomo.
K. Raner
|
| |