Il grande libro dei santi protettori
Euro 24,90
ANNO: 2022
PAGINE: 752
AREA: Spiritualità
COLLANA: Emmaus«Chi sono i Santi? Sono persone come noi, con l’unica differenza che hanno
preso sul serio le parole di Cristo. Imitando Cristo, sono diventati, secondo
la promessa, come il Maestro. E, come il Maestro, si sono messi a fare miracoli».
“I santi sono persone come noi.
Loro però – e qui sta la differenza – hanno preso sul serio le parole di Cristo.
Imitando Cristo, sono diventati, secondo la promessa, come il Maestro.
E, come il Maestro, si sono messi a fare miracoli”.
Il culto dei santi risale agli albori del cristianesimo, al tempo delle persecuzioni e dei martiri.
La fede restituisce la certezza che essi, vicini a Dio in Paradiso, rimangono in qualche modo partecipi della vita degli uomini quaggiù.
Seguendo quattro classiche tipologie (malattie e malanni; matrimonio e maternità; professioni, arti, mestieri e vocazioni; complicazioni e guai vari), l’Autore passa in rassegna i santi che la devozione popolare ha scelto, per fatti inerenti alla loro vita e non solo, quali protettori o patroni cui rivolgersi in circostanze particolari.
Il Santo non chiede niente in cambio da noi; certo, gli piacerebbe che, graziati, ci mettessimo ad amare Dio, ma non ci forzerà e sarà disposto comunque a esaudirci di nuovo, perché conosce la fragilità umana.
Ricco di esempi concreti, questo libro, anche attraverso l’accuratezza dei vari indici tematici, permette di scoprire a quale santo votarsi in qualunque situazione, a partire da colui che sentiamo più vicino perché magari di professione è un nostro “collega” o ha dovuto affrontare lo stesso problema che ci assilla.
«I santi sono persone che hanno preso sul serio le parole di Cristo.
I Santi, grazie al Cielo, sono tantissimi, e il buon senso popolare li ha ‘specializzati’, ciascuno in grazie particolari. Vuoi trovare una cosa smarrita? Rivolgiti a
sant’Antonio da Padova. Sì, qualunque Santo può fare lo stesso, ma con lui fai prima.
Ti si è ammalato il maiale? C’è
l’altro Antonio, l’abate». E in effetti, come testimonia l’insistenza quasi impertinente della donna siro-cananea con Gesù rispetto alle briciole date in pasto ai cagnolini, «anche la sfacciataggine e la sfrontatezza diventano ‘sante’ se rivolte, per uno scopo buono, a chi di dovere».
Tra le fila dei “santi protettori della salute” vi sono anche due grandi luminari della scienza medica del secolo scorso,
Riccardo Pampuri e Giuseppe Moscati, cui è bene chiedere l’intercessione per la guarigione fisica propria o altrui e la protezione da ogni malattia. Cosma e Damiano, che esercitarono la professione medica senza compenso, intercedono per la guarigione dei calcoli renali: a Costantinopoli, nella basilica loro dedicata, i malati si addormentavano e venivano da loro guariti durante il sonno secondo il fenomeno dell’“incubazione”.
San Bartolomeo, ossia l’apostolo detto anche Natanaele e che secondo la tradizione fu scuoiato vivo, «è invocato da tutti coloro che lavorano le pelli; e anche contro le convulsioni, le crisi spasmodiche e le malattie nervose».
Per la trasverberazione, ossia il fenomeno per cui «un angelo le trafiggeva il cuore con un dardo di fuoco, nello stesso punto in cui Cristo fu colpito dalla lancia», santa Teresa d’Avila protegge dai malanni del cuore.
Invocato per la protezione da numerose malattie, dati gli innumerevoli prodigi che compì ancora in vita, compresa la rianimazione di un catecumeno morto e di uno schiavo impiccato,
san Martino di Tours è celebre non solo per il ritorno di un po’ di tepore nell’estate novembrina che porta il suo nome, ma anche perché «nel suo giorno si beveva il vino nuovo ("vino di san Martino"), cominciava l’anno giudiziario, dei Parlamenti e delle scuole, si svolgevano le elezioni municipali, si rinnovavano i contratti e si pagavano le locazioni.
L’olio delle lampade della sua tomba era portato via dai pellegrini perché guariva i malati.
È invocato per moltissime intercessioni.
La sua famosa cappa fu custodita in un luogo che prese appunto il nome di ‘cappella’; il primo ad averne l’onore fu Ugo, detto perciò ‘Capeto’, fondatore della monarchia francese».
Oltre a
san Giuseppe e all’arcangelo Michele, anche san Benedetto è patrono della "buona morte", in quanto «si fece reggere le braccia dai discepoli per l’ultima preghiera, poi spirò in estasi».
Lo stesso dicasi per
sant’Anna, la quale è onorata da «madri di famiglia, donne desiderose di prole, ricamatrici, lavandaie, ma anche orefici, ebanisti, falegnami, minatori.
Pure i palafrenieri pontifici l’avevano a patrona.
La cosiddetta "acqua di
sant’Anna" curava le febbri e gli ossessi.
È sempre rappresentata con un manto verde, colore della speranza che germoglia».
San Pietro d’Alcantara, padre spirituale di Teresa d’Avila, «con pioggia o sole, non si copriva mai la testa col cappuccio del rozzo saio che indossava sul corpo nudo.
Mangiava solo ogni tre giorni e parlava solo se interrogato...per questo è intercessore contro le febbri maligne».
Il franco
san Leonardo di Nobiliacum è invece patrono degli obesi soltanto per l’aspetto assunto in alcune delle sue icone in cui viene rappresentato «piuttosto paffuto».
Per la salute dei polmoni e contro il contagio in tempo di pandemia si può invocare, oltre
san Rocco, il patrono dei giovani
san Luigi Gonzaga il quale, oltre a soffrire di polmonite, morì proprio per la carità operosa verso gli appestati. Contro il mal di testa
c’è santa Bibiana, martire sotto Giuliano l’Apostata, poiché «l’erba del giardino della chiesa sorta sulla sua tomba veniva essiccata e utilizzata come infuso contro le malattie, specialmente i mal di testa».
Le donne desiderose di aver figli possono invocare i
santi Francesco da Paola e Rita; quelle desiderose di averne molti
santa Felicita, martire romana madre di sette figli.
Quando nella coppia si fa strada una gelosia pericolosa, allora si può invocare
santa Marciana di Albi, in quanto «un suo miracolo fece riconoscere la fedeltà di alcune gentildonne di Albi ingiustamente sospettate di adulterio dai mariti».
Tra le file dei santi protettori di arti, mestieri e professioni si ritrovano
Giovanni il Battista, Marta, sorella di Lazzaro, e Zaccheo – capo dei pubblicani che si impegna a restituire quattro volte il maltolto dopo l’incontro con Gesù – quali patroni di albergatori e addetti alle mense.
Matteo protegge guardie di finanza, ragionieri e statistici;
Gabriele Arcangelo ambasciatori, corrieri, postini e addetti alle telecomunicazioni;
Giuseppe d’Arimatea le onoranze funebri;
Girolamo bibliotecari, librai e bibliofili;
Carlo Borromeo e Roberto Bellarmino i catechisti.
Tommaso Apostolo è patrono dei periti;
Lorenzo dei vigili del fuoco e dei rosticcieri e il Buon Ladrone – il primo santo ‘canonizzato’ da Cristo stesso – dei condannati a morte.
Mattia Apostolo e Benedetto di Hermillon intercedono invece per gli ingegneri.
Quest’ultimo era un umile pastorello che, per assecondare il contenuto di una visione, si reca ad Avignone e riesce a convincere non il vescovo ma il podestà della bontà del progetto di costruire un ponte sul Rodano.
Attraverso il volume di Cammilleri si riscopre la preziosità della comunione dei santi, di avere così tanti amici in Paradiso pronti a intercedere presso il Padre per ogni esigenza in vista del bene spirituale e fisico di ciascun fedele.