Sabato 25 Agosto 2012 Sabato della XX settimana delle ferie del Tempo Ordinario

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view post Posted on 24/8/2012, 16:40
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Sabato 25 Agosto 2012
Sabato della XX settimana delle ferie del Tempo Ordinario



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San Giuseppe Calasanzio Sacerdote



25 agosto - Memoria Facoltativa

Peralta del Sal, Aragona (Spagna), 31 luglio 1558 - Roma, 25 agosto 1648

Nato nel 1557 a Peralta de la Sal, in Spagna, Giuseppe diventa sacerdote a ventisei anni. Ricopre importanti mansioni in diverse diocesi spagnole. A Roma, colpito dalla miseria in cui vivevano i ragazzi abbandonati, fonda un nuovo ordine religioso con l'obiettivo di dare un'istruzione ai più poveri e combattere così l'analfabetismo, l'ignoranza e la criminalità. Nascono le «Scuole Pie» e i suoi religiosi vengono chiamati «scolopi». Scrive il santo: «È missione nobilissima e fonte di grandi meriti quella di dedicarsi all'educazione dei fanciulli, specialmente poveri, per aiutarli a conseguire la vita eterna. Chi si fa loro maestro e, attraverso la formazione intellettuale, s'impegna a educarli, soprattutto nella fede e nella pietà, compie in qualche modo verso i fanciulli l'ufficio stesso del loro angelo custode, ed è altamente benemerito del loro sviluppo umano e cristiano». Giuseppe muore il 25 agosto del 1648; è canonizzato nel 1767 e nel 1948 è dichiarato da papa Pio XII «patrono Universale di tutte le scuole popolari cristiane del mondo». Oggi l'ordine degli Scolopi è presente in 4 continenti e 32 paesi. (Avvenire)



Meditazione del giorno
San Benedetto (480-547), monaco
Regola, cap. 7


“Il più grande tra voi sia vostro servo”



Libro di Ezechiele 43,1-7a.
Mi condusse allora verso la porta che guarda a oriente
ed ecco che la gloria del Dio d'Israele giungeva dalla via orientale e il suo rumore era come il rumore delle grandi acque e la terra risplendeva della sua gloria.
La visione che io vidi era simile a quella che avevo vista quando andai per distruggere la città e simile a quella che avevo vista presso il canale Chebàr. Io caddi con la faccia a terra.
La gloria del Signore entrò nel tempio per la porta che guarda a oriente.
Lo spirito mi prese e mi condusse nell'atrio interno: ecco, la gloria del Signore riempiva il tempio.
Mentre quell'uomo stava in piedi accanto a me, sentii che qualcuno entro il tempio mi parlava
e mi diceva: "Figlio dell'uomo, questo è il luogo del mio trono e il luogo dove posano i miei piedi, dove io abiterò in mezzo agli Israeliti, per sempre. E la casa d'Israele, il popolo e i suoi re, non profaneranno più il mio santo nome con le loro prostituzioni e con i cadaveri dei loro re e con le loro stele,


Salmi 85(84),9ab-10.11-12.13-14.
Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annunzia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con tutto il cuore.

La sua salvezza è vicina a chi lo teme
e la sua gloria abiterà la nostra terra.
Misericordia e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.

La verità germoglierà dalla terra
e la giustizia si affaccerà dal cielo.
Quando il Signore elargirà il suo bene,
la nostra terra darà il suo frutto.

Davanti a lui camminerà la giustizia
e sulla via dei suoi passi la salvezza
.


Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 23,1-12.
Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei.
Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.
Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange;
amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe
e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì''dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare "rabbì'', perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli.
E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.
E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.
Il più grande tra voi sia vostro servo;
chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato
.

COMMENTO DEL GIORNO

Fratelli, la divina Scrittura ci dice: “Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”. Con queste parole ci mostra che ogni esaltazione è una forma di superbia. Il salmista testimonia di volersene tenere lontano dicendo: “Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze” (Sal 131,1).... Ne consegue, fratelli, che se vogliamo raggiungere la vetta della suprema umiltà e se vogliamo rapidamente arrivare a quell'altezza celeste dove si sale con l'umiltà della vita presente, occorre innalzare e salire con le nostre opere quella scala che apparve in sogno a Giacobbe, e per la quale egli vide “gli angeli scendere e salire” (Gen 28,12). Senza alcun dubbio, la discesa e la salita non hanno altro significato per noi che si discende con l'esaltarsi e si sale con l'umiliarsi. Questa scala che si rizza è la nostra vita terrena che il Signore eleva fino al cielo quando il nostro cuore si umilia...

Il primo grado dell'umiltà consiste nel conservare sempre nello spirito il timore di Dio ed evitare di dimenticarlo mai. Ci si ricorderà sempre di tutto ciò che Dio ha comandato... Per essere vigilanti sulla malignità dei pensieri, il fratello veramente umile ripeterà senza posa nel suo cuore: “Integro sono stato con lui e mi sono guardato dalla colpa” (Sal 18,24). Quanto a fare la nostra volontà, la Scrittura ce lo proibisce quando dice: “Non seguire le passioni” (Sir 18,30). Egualmente chiediamo a Dio nel Padre nostro che la sua volontà sia fatta in noi: “In ogni luogo sono gli occhi del Signore,
scrutano i malvagi e i buoni; Il Signore dal cielo si china sugli uomini per vedere se esista un saggio: se c'è uno che cerchi Dio” (Pr 15,3; Sal 14,2). ...

Ascesi tutti i gradi dell'umiltà, il monaco arriverà presto a quell'amore di Dio che, divenuto perfetto, scaccia il timore (1Gv 4,18). Grazie a questo amore, tutto ciò che prima osservava non senza trepidazione, comincerà ad osservarlo senza alcuna fatica, quasi spontaneamente e per abitudine..., per amore di Cristo, per abitudine del bene e per il gusto della virtù. Ecco che, allora, il Signore si degnerà di manifestarsi attraverso lo Spirito Santo nel suo operaio.
 
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